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Località Caselle è il luogo di un insediamento tardo antico /alto medioevale (V-VIII sec D.C.) Sono le prime tracce archeologiche di Taurasi.

Questa località di Taurasi, urbanizzata a partire dagli anni '80 del '900, è probabilmente quella del più antico nucleo del paese. L'area sembra essere stata abitata, se si escludo sporadiche tracce di II sec. d.C., a partire dal V secolo e per i due secoli successivi. Il rinvenimento di fosse di scarico di materiale in ceramica e la presenza di alcune fornaci di cottura per la ceramica dimostrano che la piccola comunità fabbricava gli utensili che utilizzava. Un recente rinvenimento ha dimostrato che le costruzione delle case avevano una base costruita da ciottoli di fiume semilavorati, e un alzato in mattoni crudi. I tetti dovevano essere in tegole di terracotta. La comunità sembra aver vissuto in quest'area per qualche secolo, come dimostrerebbe la presenza di sepolture. Dopo la caduta dell'impero non era raro trovare tombe all'interno dell'abitato stesso. La ceramica dimostrerebbe una presenza in questo luogo fino al VII/VIII secolo d.C., non è improbabile che successivamente è avvenuto lo spostamento e l'abbandono del sito, della piccola comunità, che si è spostata nell'attuale centro storico.

Gli oggetti della vita quotidiana permettono di ricostruire il passato, ottenere informazioni su abitudini alimentari, usi ed economia. La maggior parte dei vasi sono di produzione locale, con l’eccezione di pochi esemplari in "sigillata africana", un tipo di vasellame da tavola prodotto in Tunisia e diffuso in tutto il mondo romano. Si tratta soprattutto di ampi piatti e scodelle, destinati al servizio comune: se erano previste porzioni individuali bisogna supporre la presenza di piatti o scodelle di legno, come nei tempi più antichi della latinità. L’immagazzinamento delle derrate avveniva soprattutto all’interno di contenitori in materiale organico e quindi deperibile, come sacchi di fibre vegetali o pelli di animali, tuttavia sono state trovate alcune anfore da dispensa che servivano appunto a conservare cibi solidi. Non sono state trovate anfore da trasporto, né per il vino né per l’olio, segno che in età tardoantica si consumavano esclusivamente prodotti locali, che avevano evidentemente una circolazione regionale. L’alimentazione era costituita soprattutto da farinate, in latino puls, e zuppe, preparate facendo bollire verdure e carne in pignatte strette e profonde, in latino ollae, spesso fornite di un solo manico, che venivano poste al lato del focolare. Per la cottura stufata si adoperavano vasi ampi e poco o mediamente profondi, le casseruole, in latino caccabus, poste direttamente sul focolare, munite di coperchio per evitare di aggiungere molto condimento e non fare asciugare troppo la pietanza in cottura. Completano il quadro alcune lucerne, che servivano per l’illuminazione: si tratta di lampade ad olio prodotte a matrice, cioè all’interno di una forma. A Taurasi si trovano sia le lucerne prodotte in Tunisia, diffuse in tutto il mondo romano, che localmente, in ceramica non rivestita.

L'ultimo periodo di frequentazione della Località Caselle è dimostrato dal rinvenimento nella zona, tra 1989 e il 1991, durante i lavori per la realizzazione del campo sportivo, di 3 tombe (una a fossa scavata nella terra e due a cassa), e di molti frammenti di strutture tombali e ceramica a bande rosse, riferibili probabilmente ad un cimitero molto più esteso, forse collegato all’abitato. La prima delle sepolture rinvenute era stata quasi del tutto distrutta dai lavori di sbancamento ed è anche l’unica che ha restituito oggetti di corredo, databili all’alto medioevo. L’individuo sepolto aveva con se una crocetta d'oro con un gancio, appuntata sulla veste o sul sudario, una laminetta in argento con delle lettere, ancora non decifrate, incise sulla superficie, e, pressoi piedi, uno sperone in ferro, che permettono di ipotizzare che egli fosse un cavaliere.

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